Bisogna diffidare delle parole
In confronto a qualche anno fa, mi rendo conto di come siano aumentati i miei momenti di mutismo (il che forse non è male, data una mia certa tendenza alla logorrea). Troppo spesso mi sembra di essere nel bel mezzo di un programma di Maria de Filippi: quello che dici viene misurato e analizzato in qualsiasi sua angolazione da persone totalmente estranee al contesto e che, per tanto, risultano essere inopportune (circa questo tema, vedere il blog del Trittico, in particolare i post di May e dell'Altare).
Spesso le parole vengono anche usate come alibi: parliamo e mettiamo le cose in chiaro, in modo tale che io mi possa poi comportare come mi pare e che tu non mi possa rimproverare, dato che, comunicando con te, ho dato prova di lealtà.
Errore.
La lealtà sta anche nei fatti, negli atteggiamenti; bisognerebbe tornare a dare importanza alle parole, a pesare ogni lettera, in modo che il fiato non venga disperso inutilmente.
Le mie Parole
(Pacifico - Bersani)
Le mie parole sono sassi
precisi aguzzi pronti da scagliare
su facce vulnerabili e indifese
sono nuvole sospese
gonfie di sottointesi
che accendono negli occhi infinite attese
sono gocce preziose indimenticate
a lungo spasimate poi centellinate
sono frecce infuocate che il vento o la fortuna sanno indirizzare
Sono lampi dentro a un pozzo, cupo e abbandonato
un viso sordo e muto che l'amore ha illuminato
sono foglie cadute
promesse dovute
che il tempo ti perdoni per averle pronunciate
sono note stonate
sul foglio capitate per sbaglio
tracciate e poi dimenticate
le parole che ho detto, oppure ho creduto di dire lo ammetto
strette tra i denti
passate, ricorrenti
inaspettate, sentite o sognate...
Le mie parole son capriole
palle di neve al sole
razzi incandescenti prima di scoppiare
sono giocattoli e zanzare,
sabbia da ammucchiare
piccoli divieti a cui disobbedire
sono andate a dormire sorprese da un dolore profondo
che non mi riesce di spiegare
fanno come gli paresi perdono al buio per poi ritornare
Sono notti interminate, scoppi di risate
facce sopraesposte per il troppo sole
sono questo le parole
dolci o rancorose
piene di rispetto oppure indecorose
Sono mio padre e mia madre
un bacio a testa prima del sonno
un altro prima di partire
le parole che ho detto e chissà quante ancora devono venire...
strette tra i denti
risparmiano i presenti
immaginate, sentite o sognate
spade, fendenti
al buio sospirate, perdonate
da un palmo soffiate......